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Sempre più atleti professionisti si presentano e si fanno fotografare mentre svolgono una visita sportiva agonistica. Ma quali sono i test a cui vengono sottoposti? Scopriamoli insieme…

La moda dell’estate? A parte tormentoni musicali e applicazioni che riproducono il possibile invecchiamento del viso attraverso un’analisi dei tratti somatici, la vera moda dell’estate sembra essere quella degli sportivi che si presentano alle loro nuove squadre durante le visite mediche di rito.

Già, perché nel calcio come nelle altre discipline sportive, quando un atleta “cambia maglia” la squadra che lo ingaggia lo sottopone, ovviamente, alle consuete visite mediche sportive.

Ma se, fino agli anni scorsi eravamo abituati ad assistere alla presentazione dei nuovi acquisti dietro il banco di conferenze stampa ufficiali o, al massimo, sui campi da gioco, il trend del 2019 è quello effettuare la presentazione contestualmente alla visita medico sportiva. Ecco perché il web è pieno di atleti che si presentano a petto nudo e con tanto di elettrodi.

Ma in cosa consiste una visita medico sportiva?

Al di là dei professionisti, la prima cosa che dobbiamo fare è quella di distinguere tra visita medica agonistica e non agonistica. La prima,

La visita medico sportiva non agonistica

Una visita medico sportiva non agonistica, in linea di massima, si svolge così:

  • Anamnesi da parte del medico, che raccoglie delle informazioni relative allo stato di salute del soggetto, all’eventuale presenza di patologie familiari di particolare interesse per il rilascio del certificato di buona salute e relative ad alcune eventuali abitudini come l’assunzione di alcol o se il soggetto è un fumatore.
  • Raccolta di dati antropometrici (peso ed altezza)
  • Auscultazione toracica
  • Misurazione della pressione
  • Elettrocardiogramma a riposo

Non appena il medico conclude la visita medico sportiva, se tutti i parametri rilevati sono corretti e non sono state rilevati particolari anomalie del ritmo cardiaco, il medico potrà rilasciare immediatamente il certificato al paziente per attività sportiva non agonistica.

La visita medico sportiva agonistica

Gli sportivi di professione, così come chi intende partecipare a competizioni ufficiali dovrà sottoporsi ad una visita sportiva agonistica. Tutte le federazioni sportive nazionali, di fatto, richiedono questo tipo di visita per ammettere gli atleti nei propri campionati e circuiti di gare. Per effettuarla, è necessaria la richiesta da parte della società sportiva di appartenenza dell’atleta compilata, timbrata e firmata in originale.

Ma in cosa consiste una visita medico sportiva agonistica?

I primi esami strumentali sono praticamente identici a quelli della visita non agonistica. Vale a dire:

  • Raccolta di dati antropometrici (peso ed altezza)
  • Auscultazione toracica
  • Misurazione della pressione
  • Elettrocardiogramma a riposo

Poi, c’è tutta una parte relativa ai test sotto sforzo. In particolare

  • Elettrocardiogramma sotto sforzo
  • Spirometria

L’ECG sotto sforzo nella visita medico sportiva agonistica

L’Ecg sotto sforzo è un test ergometrico che registra l’attività elettrica del cuore al fine di prevenire episodi di cardiopatia ischemica e verificare il funzionamento della circolazione coronarica. In pratica, questo tipo di Ecg valuta la risposta dell’apparato cardiovascolare all’attività fisica soprattutto per quanto concerne la frequenza cardiaca, le variazioni della pressione arteriosa.

Il medico chiede al soggetto di eseguire uno sforzo continuativo (solitamente su cicloergometri) e proseguire fino a raggiungere una frequenza cardiaca compresa tra l’80 e il 90% di quella massima, per età e sesso. Sintomi come il respiro affannoso o il dolore toracico e significative anomalie nel tracciato Ecg possono portare il medico ad interrompere il test o suggerire nuovi esami.

Durante l’esecuzione del test, il medico controlla in modo costante l’attività cardiaca sia osservando il tracciato elettrocardiografico sia misurando regolarmente i livelli della pressione arteriosa.

elettrodo ecg monouso

La spirometria nella visita medico sportiva agonistica

Dopo l’ecg sotto sforzo, è la volta di un altra “prova da sforzo” come la spirometria. Con l’esame spirometrico, l’obiettivo è quello di valutare la capacità respiratoria del paziente attraverso una serie di parametri statici e dinamici.

I Parametri statici sono quelli che si analizzano facendo inspirare lentamente e profondamente al paziente dentro al boccaglio monouso. Il paziente dovrà poi espellere completamente l’aria espirando.

Invece, per ottenere i parametri dinamici, il paziente deve respirare normalmente (sempre attraverso il boccaglio monouso) ma con il naso chiuso da un dispositivo stringinaso al fine di registrare il volume corrente (VC).

Successivamente il paziente deve compiere un’inspirazione massimale (fino a CPT), seguita da una rapida, decisa e completa espirazione. Questo test di capacità vitale forzata (FVC) è probabilmente il valore più importante fornito dalla spirometria perché misura curva flusso-volume in ispirazione ed espirazione che ci fornisce informazioni decisive sulla funzionalità polmonare dell’atleta.

In più, la visita agonistica prevede anche un esame delle urine per analizzare i valori e la presenza di leucociti
, nitriti
, urobilinogeno
, PH, sangue, Albumina, acido acetilacetico, bilirubina
, glucosio ecc.

Se vuoi scoprire tutto sulle visite medico sportive puoi consultare questa relazione della Federazione medico sportiva italiana circa il quadro normativo attuale e i protocolli di visita.

Come effettuare una spirometria in sicurezza ai tempi del Covid-19?

In questo momento molti medici dello sport si trovano ad affrontare la riapertura dei loro centri e devono  capire come effettuare visite spirometriche agli atleti evitando i rischi di contagio del virus Sars Cov 2.

Il boccaglio monouso non è una soluzione praticabile. I virus e i batteri durante l’espirazione nel boccaglio possono da un lato spargersi nell’ambiente e dall’altro rimarranno sicuramente sopra la turbina. La turbina monouso dovrebbe quindi essere disinfettata al termine di ogni visita ma sappiamo che i tempi non lo permettono. Inoltre gli operatori stessi potrebbe rischiare il contagio a causa della propagazione del virus nell’aria.

L’unica soluzione praticabile è l’utilizzo dei filtri antivirali e antibatterici monouso per spirometri. Questi filtri sono dotati di una membrana che è in grado di bloccare virus, batteri e particelle testati fino a una grandezza minima di 0,025 micron. Il virus Sars Cov 2 è molto più grande, infatti misura  0,1-0,05 micron, si può quindi con certezza affermare che i filtri antivirali sono efficaci contro Covid-19.

I filtri antivirali sono disponibili per spirometri delle marche: Cosmed, Mir e Sibelmed.