Nel contesto clinico e riabilitativo, è importante distinguere tra lo spirometro incentivante e lo spirometro diagnostico convenzionale. Perché, sebbene molto simile hanno finalità, modalità d’uso e meccanismi fisiologici  differenti. Iniziamo col dire che lo spirometro incentivante è un dispositivo medico comunemente utilizzato nella prevenzione delle complicanze polmonari post-operatorie e nel trattamento di pazienti con compromissione della funzione respiratoria. Ma qual è questo incentivo? Scopriamolo insieme

Cosa significa “incentivante”?

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Il termine ‘incentivante’ si riferisce alla modalità di feedback visivo o meccanico fornito dal dispositivo per stimolare e motivare il paziente a eseguire inspirazioni profonde e controllate. A differenza della spirometria diagnostica, che misura parametri respiratori in un contesto clinico, un dispositivo incentivante non è progettato per la misurazione quantitativa, ma per promuovere un comportamento respiratorio terapeutico.

Il feedback incentivante può essere:

  • Visivo, come nel caso dei modelli volumetrici, in cui un pistone o una colonna si solleva proporzionalmente all’aria inspirata.

  • A flusso:  il flusso inspiratorio solleva sfere colorate, ciascuna rappresentante un livello di intensità del flusso.

Questi elementi motivazionali sono fondamentali per garantire la compliance del paziente, soprattutto nel post-operatorio o nei casi di patologie croniche respiratorie.

Come funziona lo spirometro incentivante

Il dispositivo è sviluppato per incoraggiare l’inspirazione profonda e sostenuta. Il principio fisiologico alla base del suo utilizzo è l’espansione massimale degli alveoli polmonari attraverso una ventilazione profonda, che riduce il rischio di atelettasia, migliora la clearance mucociliare e favorisce un’ossigenazione più efficiente.

Le modalità di utilizzo sono identiche a quelle di qualsiasi strumento convenzionale. Il punto è che lo spirometro incentivante trova impiego in numerosi contesti clinici:

  • Prevenzione delle complicanze respiratorie post-operatorie, in particolare in chirurgia toracica e addominale superiore.

  • Recupero respiratorio nei pazienti allettati o con limitata escursione toracica.

  • Pazienti con malattie neuromuscolari, per mantenere la compliance polmonare e ritardare l’insorgenza di insufficienza respiratoria.

  • Broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) e fibrosi cistica, come parte del training respiratorio.

Insomma lo spirometro incentivante rappresenta un’interfaccia semplice ma clinicamente efficace specie nell’ambito di qualsiasi piano di riabilitazione respiratoria. 

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