Noi di Ippocrateshop abbiamo spesso condiviso sui social contenuti per svelare alcune curiosità sul mondo della medicina e non solo. Oggi dedichiamo un intero articolo alle origini della medicina del lavoro. Ma non lo facciamo attraverso un semplice nozionismo quanto, piuttosto, per comprendere l’importanza di questa branca medica dedicata a prevenire, diagnosticare e curare le malattie professionali, tutelando la salute dei lavoratori e i per focalizzarci sui principali dispositivi, gli strumenti del medico del lavoro o, per meglio dire, del medico competente.

Le origini e il ‘padre’ della medicina del lavoro

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Procediamo con ordine. Possiamo dire che le prime testimonianze risalgono all’antichità: già nel III secolo a.C., il medico greco Ippocrate osservava gli effetti delle sostanze minerali sui minatori, consigliando precauzioni per evitare malattie polmonari. Nel Medioevo poi, gli artigiani e i minatori cominciarono a segnalare patologie specifiche legate ai loro mestieri, ma fu solo nel XVII e XVIII secolo che la consapevolezza scientifica iniziò a strutturarsi. In Inghilterra, il medico italiano Bernardino Ramazzini, considerato il “padre della medicina del lavoro”, nel 1700 pubblicò l’opera De Morbis Artificum Diatriba, catalogando le malattie dei lavoratori e suggerendo misure preventive specifiche per ciascun mestiere.

Nel XIX secolo, con la rivoluzione industriale, le condizioni di lavoro peggiorarono e, come facile immaginare, aumentarono le malattie professionali. La Germania introdusse le prime assicurazioni obbligatorie contro gli infortuni sul lavoro, e in Inghilterra furono istituite le prime visite mediche obbligatorie per operai e minatori. In questo periodo e nel contesto che stiamo raccontando, la medicina del lavoro iniziò a strutturarsi come disciplina autonoma, con propri strumenti diagnostici e protocolli di prevenzione.

Se in passato erano lavori duri come quelli in miniera a simboleggiare i rischi, oggi ci sono attività anche molto diverse, basti pensare ai tanti lavoratori ch passano tutta la loro giornata di fronte allo schermo di un computer, i cosiddetti videoterminalisti

La medicina del lavoro in Italia

Possiamo dire che in Italia, la medicina del lavoro abbia radici simili. La legislazione sanitaria per i lavoratori si sviluppò a partire dalla fine dell’Ottocento, con l’istituzione delle prime visite mediche obbligatorie nelle fabbriche e nelle miniere. Nel 1919 fu creato il Servizio di Igiene Industriale, e nel 1978 la legge 833/78 sancì l’istituzione del Servizio Sanitario Nazionale, prevedendo anche il ruolo del medico del lavoro all’interno delle aziende. La normativa italiana si è consolidata con il Decreto Legislativo 81/2008, che regola la sicurezza nei luoghi di lavoro e definisce compiti e responsabilità del medico competente.

I dispositivi più importanti della medicina dl lavoro

Insomma, questa passeggiata nella storia serve soprattutto per raccontare l’importanza del medico del lavoro, detto anche medico competente, e del suo ruolo centrale nella prevenzione delle malattie professionali e nella sorveglianza sanitaria dei lavoratori. Il termine “competente” sottolinea la specializzazione e la responsabilità nel:

 

  • valutare i rischi specifici dell’ambiente lavorativo
  • indicare misure preventive
  • prescrivere controlli periodici

Già, perché il medico competente non si limita alla diagnosi, ma collabora con il datore di lavoro e il servizio di prevenzione e protezione per creare un ambiente sicuro.

I principali dispositivi per la medicina del lavoro

Arriviamo ora al capitolo che riguarda i principali dispositivi utilizzati in medicina del lavoro. Iniziamo col dire che questa selezione include strumenti diagnostici per la sorveglianza sanitaria come:

Quella degli ecg è un’importanza trasversale che riguarda diversi aspetti della medicina, una questione che abbiamo già affrontato spesso. Come evidente, gli spirometri (portatile e usb) servono per monitorare la la funzionalità respiratoria, audiometri per la valutazione dell’udito, visori e lampade per l’esame della vista, mentre i kit per il test delle droghe è fondamentale specie in tutte quelle professioni che possono mettere a rischio la propria vita e quella degli altri come chi deve condurre mezzi, tanto per far uno dei tanti esempi possibili.

Questi che abbiamo elencato sono i dispositivi più importanti, quelli che non possono mai mancare nella borsa di un medico del lavoro. Ma ce ne sono altri: grazie alle innovazioni tecnologiche, oggi vengono utilizzati strumenti di valutazione del rischio, come sensori ambientali e dispositivi per misurare esposizione a agenti chimici o fisici. Questi strumenti consentono di prevenire malattie come ipoacusia, malattie respiratorie, disturbi muscoloscheletrici e patologie dermatologiche.

Oggi, la medicina del lavoro rappresenta un punto di incontro tra salute, sicurezza e produttività. Grazie alla sua evoluzione storica e all’uso di strumenti sempre più sofisticati, il medico competente contribuisce a garantire che il lavoro non sia solo un mezzo di sostentamento, ma anche un’attività sicura e sostenibile nel tempo.